L'ospedale speciale "Naltrexzone" ha basato il trattamento delle tossicodipendenze sulle conoscenze più recenti in questo ambito. L'obiettivo finale di un tale approccio è quello di reintegrare completamente il paziente in una quotidianità funzionale. Per questo la psicoterapia e riabilitazione costituiscono le fondamenta della cura dei pazienti affetti da tutti i tipi delle tossicodipendenze.
L'inizio del trattamento psicoterapeutico è prima pietra del percorso verso un esito positivo del trattamento e la cura di tutti i pazienti sottintende l'applicazione del modello terepeutico denominato "Prevenzione della ricaduta".
Gli stimoli per l'assunzione delle droghe e dell'alcol sono presenti sia nell'ambiente che nell'inidviduo stesso. Il cervello di ogni inidividuo è dipendente da ciò che lo libera dallo stress in modo più veloce mentre la personalità umana in un certo senso è schiava di tale condizionamento. Finché non c'è cognizione degli effetti delle droghe e dell'alcol, si tratta di una dipendenza fisiologica (normale) che si mantiene attraverso stimoli quali cibo, amicizia, sesso, sport e altri piaceri personali (hobby). Una volta sperimentati degli stimoli più forti di quelli normali (ovvero droghe e alcol), il cervello non dimentica quella esperienza e mentre dura la tossicodipendenza attiva (malattie di dipendenza), simile ad un computer, il cervello offre queste opzioni come meccanismo migliore per l'eliminazione dello stress. Una volta interrotto l'abuso delle droghe, il cervello è affamato di quello che gli serve di più per provvedere alla quantità sufficiente dell'ormone antistress cioè della dopamina. Allora inizia il gioco del cervello con il corpo e la personalità intera: il cervello crea sintomi della crisi d'astinenza che viene vissuta come insopportabile. In effetti, nel corpo non si svolge nient'altro che oscillazioni veloci della pressione sanguigna e fluttuazione accelerata degli ioni lungo le membrane delle cellule nervose e tutto ciò risulta sufficiente per provocare una sensazione di grave malessere fisico. Il cuore di tutti i disagi che si sentono durante la crisi d'astinenza sta in una totale dissuefazione dall'affrontare il minimo stress sia psichico che fisico (dolore). Chi non l'ha mai provato farà una domanda logica -"Com'è possibile non poterlo vincere con la volontà e resistere al dolore?") Ma la fame incontrollata della dopamina è più forte di ogni logica e la persona affetta da una tossicodipendenza non ha più la possibilità di resettare autonomamente il computer chiamato cervello e assicurargli dopamina tramite "piccoli piaceri".
L'unico vero rimedio è l'astinenza. L'astinenza gradualmente sopprime quegli stimoli più forti per la secrezione della dopamina spingendoli agli ultimi posti della graduatoria e rimettendo in testa altri piaceri come stimoli normali. Il concetto stesso della possibilità di cancellare permanentemente dalla memoria quegli stimoli è di per sé un inganno e lo sanno al meglio gli stessi pazienti. All'inizio della cura, sia a loro che ai loro familiari conviene sentire e credere che qualcosa di simile sia pur sempre possibile ed è proprio su quella convinzione che si gettano basi per un esito positivo della cura. Al fine di renderlo possibile, noi offriamo la verità ai nostri pazienti anche se non è un conforto che loro si aspettano. La prevenzione della ricaduta come metodo introduttivo nel trattamento e come garanzia dell'astinenza è un insieme di tecniche dell'intercettazione di tutte le tentazioni sia esterne che interne capaci da trarre il cervello in inganno facendogli credersi sufficientemente forte da poter resistere. La sensazione di forza e controllo rispetto alle droghe e all'alcol è reale a livello del rafforzamento della volontà quale funzione psichica, ma molto apparente a livello della modalità in cui il cervello tramite i propri sensi vede la presenza delle droghe e dell'alcol. La prevenzione della ricaduta appunto tratta quelle capacità ingannatorie del cervello.
Al completamento del lavoro sulla prevenzione della ricaduta, il paziente è pronto ad affrontare meccanismi sottili del funzionamento della propria personalità attraverso metodi della psicoterapia di gruppo e quella individuale. Nel periodo dell'uso attivo delle sostanze attive, la personalità non maturava e non cresceva. Il processo è rimasto bloccato ma si può rimettere in moto e rafforzare. Molti pazienti che hanno sperimentato psicoterapia professionalmente guidata riportano che il problema della tossicodipendenza li abbia portati a conoscere se stessi in maniera precedentemente impensabile. Certo che con questo non desideriamo fare pubblicità della dipendenza ma solo sottolineare il fatto che chiunque, se in un rapporto di dipendenza con le persone, situazioni o azioni, non riesca a crescere.
Un trattamento di massima include anche la psicoterapia familiare che va a completare la prevenzione della ricaduta e ulteriore psicoterapia. Fanno parte del nostro team anche terapeuti familiari specializzati che assistono tutti i membri della famiglia nella comprensione dei motivi per l'insorgere e il mantenersi del problema e nell'acquisizione delle abilità necessarie per il loro comune superamento.
"Smettere di farsi", di qualsiasi sostanza si tratti, è una possibiltà di capire come si era creato il problema. Quello sforzo, quella comprensione si chiama terapia. E poi, se sapete dove sono imboscati i pericoli, avrete il tempo sufficiente per pensarci sopra e tagliare subito quel pensiero così ben noto - "Non mi fara male un bicchiere... una linea... un incontro."